Il Guru Granth Sahib èIl Guru Granth Sahib è il libro sacro dei Sikh e viene venerato come un Guru vivente. Contiene gli insegnamenti spirituali dei Dieci Guru del Sikhismo e di altri santi dell’epoca. È composto da 1430 pagine scritte in versi poetici. Nel 1708, Guru Gobind Singh, il decimo Guru, decretò che nessun altro Guru umano sarebbe venuto dopo di lui e conferì il titolo di Guru al Granth Sahib. Da allora, il Guru Granth Sahib guida spiritualmente i Sikh. Il testo promuove i valori di verità, uguaglianza, amore e giustizia. È recitato e rispettato in ogni Gurdwara (tempio sikh) del mondo.

Glossario

Ahankar è la parola Gurmukhi che significa ego o orgoglio eccessivo sui propri beni, bellezza, talenti, ricchezza materiale, intelligenza, spiritualità, poteri autorevoli, lavoro di carità, ecc. Un individuo può arrivare a sentire che questi "doni di Dio" lo rendono superiore agli altri, che sono a un livello inferiore rispetto a lui. Porta alla gelosia, sentimenti di ostilità e irrequietezza tra le persone. Il sikhismo richiede che una persona serva la società e la comUnità con Nimrata o umiltà. E questo è ottenuto da Sewa e , si vede la pratica dei devoti che puliscono le calzature dei visitatori di un Gurdwara in modo che la mente del devoto Sikh sia resa più umile.
Akal Purakh (punjabi: ਅਕਾਲ ਪੁਰਖ, romanizzato: Akāla purakha, lett. 'L'Essere Senza Tempo') è per i Sikh un sinonimo di Dio, o il divino onnipresente. Letteralmente significa "essere senza morte". La prima parola Akal, letteralmente "senza tempo, immortale, non temporale", è un termine parte integrante della tradizione e della filosofia Sikh. Il termine Kāl si riferisce a "tempo", con il prefisso negativo a- aggiunto per rendere la parola akal, che significa "senza tempo" o "eterno". Purakh si riferisce a "essere" o "entità". Insieme, le due parole formano il significato di "essere eterno e senza tempo". [wikipedia]
L'Amrit Sanchar è la cerimonia di battesimo che viene celebrata nel Sikhismo per l'ingresso iniziatico alla comUnità religiosa. La pratica è in uso sin dai tempi di Guru Gobind Singh, Decimo guru. Il rito consiste nel far bere all'iniziando un nettare in presenza del testo sacro del Sikhismo e dai 5 bania, il Guru Granth Sahib . Il nettare viene preparato all'interno di un recipiente di ferro. L'adepto che riceve il battesimo deve essere ben consapevole e accettare la pratica della disciplina sikh e la partecipazione alle attività religiose comunitarie.[wikipedia]
La parola ānanda (आनन्द) significa 'beatitudine, gioia' in pali e in sanscrito.
L'Ardaas è una preghiera sikh molto viva nella fede presente. Si recita al mattino e alla sera, da parte del credente, e anche prima di tutte le cose importanti della vita. Va recitata anche prima dei pasti. Questa preghiera lancia un appello e parla un po' della storia sikh; viene utilizzata per la devozione al Dio vivente. Cita i nomi dei dieci guru del sikhismo e si è evoluta nel corso del tempo. Questa preghiera è di solito recitata in piedi con le mani giunte. La parola "Ardaas" deriva da "Arazdashat", una parola persiana che significa richiesta, supplica, preghiera o indirizzo ad un'autorità superiore. Non è scritta nel libro sacro del sikhismo, Guru Granth Sahib. Alcuni la indicano come il cuore orante della comUnità sikh, che si evolve nel corso dei secoli. L'Ardaas è costituito da tre parti: nella prima parte il credente invoca il Senza Tempo e i primi guru del sikhismo. La seconda parte rammenta i sacrifici e la devozione dei sikh. La terza sezione è costituita da parole improvvisate secondo le necessità del momento della congregazione in preghiera e le opportUnità che suscita la recita dell'Ardaas. [da wikipedia]
Ātman (devanāgarī आत्मन्) è un termine sanscrito di genere maschile, che indica l'"essenza" o il "soffio vitale".[1] Corrisponde al concetto di anima individuale, traducibile col pronome personale Sé,[2] che però, possedendo la stessa struttura metafisica e illimitata del Brahman, indica anche l'anima universale del mondo.[3][wikipedia]
Il Bachittar Natak o Bachittar Natak [nota 1] (Gurmukhi: ਬਚਿਤ੍ਰ ਨਾਟਕ, romanizzato: Bachittar Natak; 'The Wonderful Play') è in parte un'autobiografia di Guru Gobind Singh. Il Bachittar Natak fa parte del Dasam Granth,[3] la seconda sacra scrittura del Sikhismo. [wikipedia]
Il termine Bhagat si riferisce a una Persona santa che conduce una vita di spiritualità e dedizione a Dio. Un Bhagat è l'equivalente orientale di un santo cristiano, un Sant. La parola Bhagat deriva dalla parola sanscrita Bhakti, che significa devozione, amore ecc. Nel corso della storia dell'India ci sono stati santi e pensatori insoddisfatti delle superstizioni e dei mille capricci religiosi dell'Induismo. Gradualmente svilupparono la fede in un unico Dio e precedettero Guru Nanak come fa l'alba prima dell'alba. Nel corso della storia dell'India ci sono stati santi e pensatori insoddisfatti delle superstizioni e dei mille capricci religiosi dell'Induismo. Gradualmente svilupparono la fede in un unico Dio e precedettero Guru Nanak come fa l'alba prima dell'alba.
Brahm Giani è un termine Sikhi usato per descrivere un individuo altamente illuminato che ha ottenuto le benedizioni finali di Waheguru. L'ottavo Ashtapadee nel Sukhmani Sahib ci dà una definizione di Brahm Giani e un metro per misurare se un individuo ha raggiunto questo stato di realizzazione spirituale e illuminazione. (da Sikiwiki)
Il tempio d’Oro è un tempio Sikh situato nella località di Amritsar[ 1], nel Punjab Centrale. È considerato dai Sikh il tempio più sacro della loro religione, oltre ad essere divenuto attualmente un’attrazione turistica di livello mondiale. A differenza della Mecca, i praticanti di tutte le religioni e fedi sono benvenuti nel tempio, e possono accedere al santuario attraverso quattro porte situate a Nord, Sud, Est, Ovest. Ad Amritsar viene offerta da mAngiare gratuitamente a oltre un milione di persone al giorno. Il tempio è maggiormente conosciuto nel mondo occidentale come il “ tempio ”. d'Oro ", tuttavia, il suo vero nome è quello di Harmandir Sahib, (punjabi : ਹਰਿਮੰਦਰ ਸਾਹਿਬ o ਹਰਿਮੰਦਿਰ ਸਾਹਿਬ), o anche Darbar Sahib , Hari Mandir, Harmandar tra le altre varianti, che significa letteralmente " tempio di Dio ", essendo appunto composto dalle parole Hari, " Dio ", e Mandir, " Tempio ".
Darshan è una parola Gurmukhi di origine sanscrita che significa apparizione, osservazione, occhiata, vedere, vista, visione o visita.
Turbante. Tra i Sikh, il dastār è un articolo di fede che rappresenta l'uguaglianza, l'onore, il rispetto di sé, il coraggio, la spiritualità e la pietà. Gli uomini e le donne Khalsa Sikh, che mantengono le Cinque K, indossano il turbante per coprire i loro lunghi capelli non tagliati (kesh). I Sikh considerano il dastār come una parte importante dell'identità Sikh unica. Guru Gobind Singh, il decimo Guru Sikh creò la Khalsa e diede cinque articoli di fede, uno dei quali sono i capelli non rasati, che il dastār copre.
Devata (pl: devatas, che significa "gli dei") sono Deva (divinità) più piccole e più particolareggiate nelle religioni indiane, come l'Induismo e il Buddismo. Il termine stesso "devata" può anche significare deva. Possono essere maschi o femmine. Ogni attività umana ha il suo devata, la sua controparte o aspetto spirituale.
Dharam o Dharma Dharam significa il cammino della rettitudine e della corretta pratica religiosa. Guru Granth Sahib connota il dharma come dovere e valori morali.
Unicita'
Nel Sikhismo, Ghian (conoscenza spirituale) è considerata decisamente superiore e più desiderabile della conoscenza ordinaria. La conoscenza più elevata è chiamata brahma ghian, la consapevolezza e la comprensione della Realtà Ultima. [da Sikhiwiki).
Granthi (Punjabi: ਗ੍ਰੰਥੀ, IPA: [ˈɡɾən.t̪ʰiː]) è una persona, maschio o femmina, della religione Sikh che è un lettore cerimoniale del Guru Granth Sahib, che è il libro sacro del Sikhismo, spesso letto ai fedeli nei templi Sikh chiamati Gurdwara. Il nome Granthi deriva dal sanscrito granthika, che significa relatore o narratore. Qualsiasi individuo Sikh a cui viene assegnato il titolo di Granthi è considerato un principale funzionario religioso del Sikhismo. Sebbene siano considerati funzionari religiosi nel Sikhismo, non sono considerati l'equivalente di un prete, poiché si ritiene che non esistano tali intermediari religiosi. [Wikipedia]
Gurbani è il termine che lega le parole Bani e Gur cioè guru. Bani deriva dal sanscrito e significa: suono, parola. Così, nel sikhismo, gurbani si riferisce ai discorsi composti dai guru del sikhismo. Tuttavia il termine bani viene utilizzato per designare qualsiasi inno del Guru Granth Sahib.
Il gurdwara (punjabi: ਗੁਰਦੁਆਰਾ, gurdu'ārā, ਗੁਰਦਵਾਰਾ, gurdvārā ; letteralmente "la porta del Guru") è il luogo di culto del Sikhismo, tempio e luogo di riunione allo stesso tempo.
Gurmukh (Punjabi: ਗੁਰਮੁਖ) è un termine usato nella religione indiana del Sikhismo per significare "proveniente dalla persona del guru", o "essere nel carattere o nella personalità del guru", e implica essere centrato su Dio. Il significato spirituale più elevato è quello di chi ha incontrato il guru interiormente, in meditazione, e rimane nella volontà del guru o tenta di seguire gli insegnamenti del guru con tutto il cuore. Nella vita quotidiana, descrive qualcuno che vive una vita sana a sostegno dello spirito, secondo le istruzioni del guru. [Wikipedia]
Guru Gaddi (punjabi: ਗੁਰੂ ਗੱਦੀ), scritto in alternativa come Gurgadi, Gurgadhi o Gurgaddi, significa "sede del guru". Il passaggio del Gurgadi da un guru Sikh a quello successivo era una cerimonia che conferiva la carica di guru al nuovo guru.
Guru Granth Sahib o Adi Sri Granth Sahib Ji è più di una semplice scrittura dei sikh, perché i sikh considerano e rispettano il Granth (libro sacro) come loro vivente Guru. Il testo sacro rivelato si estende su 1430 pagine e contiene le parole vere pronunciate dai fondatori della religione Sikh (i Dieci Guru del Sikhismo). Nel 1708 Guru Gobind Singh Ji (il decimo Guru) diede il trono di Guru al Guru Granth Sahib. Prima di lasciare la vita terrena, Guru Gobind Singh disse che i Sikh dovevano considerare il Guru Granth Sahib come loro prossimo Guru.  
Guru Maneyo Granth (Gurmukhi: ਗੁਰੂ ਮਾਨਿਓ ਗ੍ਰੰਥ o ਗੁਰੂ ਮਾਨਯੋ ਗ੍ਰੰਥ, gurū mānio granth) si riferisce alla storica dichiarazione del decimo Guru Sikh, Guru Gobind Singh (1666–1708) poco prima della sua scomparsa, sull'affermazione della sacra scrittura Adi Granth come suo successore, ponendo così fine alla linea dei Guru umani. Installato come Guru Granth Sahib, ora è la sacra scrittura centrale del Sikhismo e l'eterno Guru vivente di tutti i Sikh. È centrale nel culto Sikh poiché si dice che assorba l'unica luce del creatore manifestata nei Dieci Guru Sikh, uno spirito in dieci forme.
Nanak (Rai Bhoe ki Talwandi, 15 aprile 1469 – Kartarpur, 22 settembre 1539) è stato un mistico indiano, fondatore del sikhismo e primo dei Guru sikh.
Gutka è il nome dato a una piccola raccolta di Banis, contenuta all'interno, che viene recitata regolarmente dai Sikh.
Gyani o ghiani (punjabi: ਗਿਆਨੀ (Gurmukhi)) è un titolo sikh onorifico usato da qualcuno esperto nel sikhismo e che spesso guida la congregazione nelle preghiere, come Ardas, o nel canto (kirtan). [Wikipedia]
(punjabi : ਹਰਿਮੰਦਿ ਸਾਰਹਬ o ਹਰਿਮੰਰਦਿ ਸਾਰਹਬ)
Hukam (Punjabi: ਹੁਕਮਿ / حکم) è una parola punjabi derivata dall'arabo hukm, che significa "comando" o "ordine divino". Nel Sikhismo, Hukam rappresenta l'obiettivo di diventare in armonia con la volontà di Dio e raggiungere così la pace interiore. Designa anche la pratica di aprire a caso una pagina delle scritture Sikh (Guru Granth Sahib) per ricevere la guida di Dio su come gestire una determinata situazione, come risposta a una domanda o come guida più generale per quel giorno. Questa cerimonia è anche conosciuta come Vak. (daWikipedia)
Significa letteralmente fare il bagno.
Kam (Gurmukhi: ਕਾਮ) deriva dal sanscrito: काम dove significa piacere, gratificazione sensuale, realizzazione sessuale, piacere dei sensi, desiderio, eros o godimento estetico della vita. Nel Gurbani ha il significato di desiderio profondo, desiderio incontrollato, concupiscenza, lussuria, sensualità o lascivia
è una parola punjabi che significa benedizione.
Kirtan e' la musica devozionale e rituale del sikhismo
Krodh ((Gurmukhi: ਕਰੋਧ Karōdha) deriva dalla parola sanscrita krodha (क्रोध), che significa ira o rabbia. Questa è un'emozione e uno stato mentale riconosciuto nel sistema sikh come una fonte di desiderio.
Lobh è una parola Gurmukhi e Punjabi che si traduce con avidità o tentazione. Il desiderio di acquisire possedimenti molto al di là dei propri bisogni di base è chiamato Lobh. Un desiderio forte e incontrollabile di beni mondani e un costante o ricorrente interesse nel possedere oggetti materiali, in particolare l'impulso a possedere le cose che giustamente appartengono agli altri. Rende un individuo egoista e egocentrico. Rende una persona lontana dalla pace; dai suoi doveri religiosi, morali e sociali. Una persona può diventare cieca per l'avidità se lo sforzo per controllare il desiderio di possessi illimitati del mondo non si estingue.
Nel Sikhismo, Manmukh (Punjabi: ਮਨਮੁਖ (Gurmukhi)) significa letteralmente "seguire la propria mente o i propri desideri". Appare come un sostantivo per descrivere un individuo egoista che segue i propri desideri, uno che segue i dettami della mente, indulgendo nei sensi, nei comportamenti animali, nell'avidità, nella corruzione e nei desideri basilari della mente.
Moh (Gurmukhi: ਮੋਹ) in Punjabi significa attaccamento alle cose e alle relazioni mondane. Moh per maya o "attaccamento al mondo", cioè per questo mondo transitorio dei sensi e dei piaceri, ostacola la ricerca dell'anima del suo obiettivo finale ed è, , uno dei cinque mali che ci impedisce di progredire spiritualmente.
La parola Namaskar significa: "Mi inchino a te".
Nitnem (Punjabi: ਨਿਤਨੇਮ, lett. 'routine quotidiana') è una raccolta di inni sikh (Gurbani) da leggere almeno 3 momenti diversi della giornata. Questi sono obbligatori e devono essere letti da ogni Amritdhari Sikh. Facoltativamente è possibile aggiungere ulteriori preghiere al nitnem di un Sikh. Ci sono cinque inni (Five Banis) da eseguire durante Amrit Vela (prima mattina), l'inno Rehras Sahib per la sera e Kirtan Sohila per la notte.
Paaht e' lettura e recitazione degli inni sacri.
Paath o Sentiero (Punjabi: ਪਾਠ (Gurmukhi)), dal sanscrito patha che significa lettura o recitazione, è, nel contesto religioso, la lettura o recitazione dei testi sacri. Nel Sikhismo, la comprensione di ciò che viene letto è considerata più importante della recitazione rituale del Guru Granth Sahib.
Panth è un termine nel Sikhismo che si riferisce sia alla fede Sikh che alla comUnità Sikh. Panth viene dal sanscrito patha e anche pathin che significa: una via, un passaggio, un cammino, uno stile di vita, un culto religioso. Il termine veniva usato diversi secoli fa per indicare i seguaci del primo guru sikh, Guru Nanak: i Nanak panthis. Quando Guru Gobind Singh stabilì l'ordine di Khalsa, i sikh parlarono di Khalsa Panth, che era un termine nuovo e definiva la linea di condotta del credente. Oggi il termine Panth viene utilizzato per designare la comUnità Sikh e le sue innovazioni, come nella frase: "Sono completamente d'accordo con il panth", oppure, "le ultime scelte del panth non sono a mio avviso sufficientemente rigorose". Il Panth rappresenta i credenti Sikh nel mondo e le scelte che vengono fatte, il percorso che seguono sotto la direzione delle loro teste pensanti. [da wikipedia]
Panthyaan Di Seva, letteralmente “servizio del panth”. Panth o Panth: significa letteralmente "sentiero del Guru" o via; si riferisce al percorso verso la salvezza ottenuta utilizzando i consigli del Guru o la parola del Guru - ovvero: utilizzando Gurbani. Tuttavia, oggi, è una parola usata comunemente per descrivere la comunità Sikh mondiale - si riferisce alla comunità globale che segue il percorso del Guru; cioè: la comunità che percorre il percorso tracciato dai Guru Sikh.
Paramatman (sanscrito: परमात्मन्, IAST: Paramātman) o Paramātmā è l'Atman Assoluto, o Sé supremo, in varie filosofie come le scuole Vedanta e Yoga nella teologia indù, così come altre religioni indiane come il Sikhismo. Paramatman è il "Sé Primordiale" o il "Sé Oltre" che è spiritualmente identico alla realtà assoluta e ultima. L'altruismo è l'attributo di Paramatman, dove ogni personalità/individualità svanisce. [Wikipedia]
Una Raga (Raag) è una struttura complessa di melodia musicale utilizzata nella musica classica indiana. È un insieme di regole su come costruire una melodia, che può accendere un certo stato d'animo nel recitatore e negli ascoltatori. Ogni Raag è un capitolo o sezione del Guru Granth Sahib, e tutti gli inni prodotti in quel particolare raag si trovano in questa sezione ordinati cronologicamente dal Guru o da altri Bhagat che hanno scritto inni in quel raga. Ci sono 31 Raga principali nel Guru Granth Sahib ed un totale di 60 compresi i sub-raag.
Rehat (Punjabi: ਰਹਿਤ, in alternativa traslitterato come Rehit, Rahit o Rahat) si riferisce alle regole e alle tradizioni che governano lo stile di vita unico dei Sikh e determinano la corretta ortodossia Sikh. Rehat deriva dalla parola punjabi rahiṇā (vivere, rimanere) e significa "modo di vivere". [da Wikiwand]
Rehras Sahib (ਰਹਰਾਸਿ ਸਾਹਿਬ) è la preghiera serale dei Sikh, che parla della grandezza di Waheguru, il Dio onnipotente. Come scritto nel Siri Guru Granth Sahib, esso contiene gli inni di quattro diversi Guru; Guru Nanak, Guru Amardas, Guru Ramdas e Guru Arjan Dev. Una parte del Rehras Sahib, il Benti Chaupaee, attribuito a Guru Gobind Singh fu aggiunto al Bani alla fine del XIX secolo. Ogni sezione della preghiera getta luce su un differente aspetto di Dio. Si recita dopo una dura giornata di lavoro quando si è stanchi. Dopo essere tornati a casa, aver lavato i piatti e aver indossato abiti più comodi, la famiglia si riunisce per recitare questo Bani. Aggiunge energia sia al corpo che alla mente permettendo di concludere la giornata, ringraziando l'Onnipotente per il completamento di un'altra giornata di successo.
Roop significa forma, come nella frase “l’universo è una forma di Dio
Vocabolo sanscrito sādhus (sādhus: «un uomo buono o onesto, un santo, saggio) con cui viene categorizzata una tipologia di asceti induisti, che dedicano la propria vita all'abbandono, alla rinuncia della società. Gli induisti considerano che l'obiettivo della vita sia la moksha, la liberazione dall'illusione (Māyā), la fine del ciclo delle reincarnazioni e la dissoluzione nel divino, la fusione con la coscienza cosmica. Tale obiettivo è raggiunto raramente nel corso della vita presente. Gli induisti considerano che l'obiettivo della vita sia la moksha, la liberazione dall'illusione (Māyā), la fine del ciclo delle reincarnazioni e la dissoluzione nel divino, la fusione con la coscienza cosmica. Tale obiettivo è raggiunto raramente nel corso della vita presente.
Salok; Strutturalmente, un salok è un distico, una strofa poetica composta da due versi, ma fa anche un'affermazione che è una verità spirituale.
La parola Sangat è la forma punjabi del termine sanscrito "sangti", che significa compagnia o associazione.
Per la religione induista, la parola sanscrita śānti (solitamente anglicizzata in shanti o shantih) indica uno stato di assoluta pace interiore e di serena imperturbabilità, caratterizzato dall'assenza delle frenetiche onde-pensiero (vṛtti) generate dalla mente; l'individuo che ha raggiunto questa pace è estremamente equanime, equilibrato, centrato, moderato, e grazie a questa sua centratura riesce a vivere con perfetta concentrazione e serenità nel qui e ora. [wikipedia]
Satgur Ki Sewa e' Servzio al Vero Guru
Il termine Sikh significa “allievo”. Sikh è colui che crede in un unico Dio e negli insegnamenti dei Dieci Guru (Maestro), raccolti nello Sri Guru Granth Sahib Ji, la Sacra Scrittura dei Sikh.
Simran nel sikhismo significa meditazione.
Sukhmani o Sukhmani Sahib è il titolo dato al Gurbani nel raga Gauri Sukhmani nel Guru Granth Sahib che a sua volta appare nella misura musicale maggiore Raga Gauri. È una lunga composizione, scritta da Guru Arjan Dev, il quinto Guru Sikh. La sacra preghiera è lunga 35 pagine da pagina 262 a pagina 296 del Guru Granth Sahib. La parola Sukhmani è tradotta come “consolatore della mente”. L'intera poesia è stata tradotta più di una volta con alcuni titoli comunemente preferiti, "Gioiello di pace", "Salmo di pace" o "Canto di pace", a significare l'effetto calmante che ha sulla mente del lettore. Sukh significa letteralmente pace o conforto e mani significa mente o cuore. (ਮਣੀ Sukh in Gurmukhi può anche significare gioiello, gemma, pietra preziosa.).
Swaad significa gusto piacevole, la sensazione di piacere legata al mangiare qualcosa di buono.
Pellegrinaggio
Fervore, passione.
Inaspettato, strano.